venerdì 6 luglio 2018

Clima e Cicli Economici

Le variazioni climatiche hanno un impatto negativo o positivo sullo sviluppo economico di intere regioni e/o paesi del nostro pianeta. Questo impatto ha conseguenze sull'agricoltura, sullo sviluppo industriale, sulla produzione di combustibili fossili, sull'inquinamento, sullo sviluppo demografico, sulla produzione di energie rinnovabili, sui commerci, in sostanza sulla vita di milioni e milioni di persone.
L'impatto sull'agricoltura e' molto evidente. Siccità o periodi molto piovosi hanno un notevole impatto sulla produzione agricola di intere regioni del nostro pianeta. La siccità sicuramente ha condizionato e condiziona fortemente la produzione agricola. Vi sono anni in cui intere regioni del nostro pianeta ricevono meno pioggia del previsto, e ciò condizione in negativo la produzione agricola. E vi sono anni in cui intere regioni vengono devastate da inondazioni derivante da pioggia eccessiva che hanno l'effetto negativo di modificare l'orografia del suolo ed in alcuni casi di eliminare lo strato superficiale del terreno rendendolo meno fertile. E l'agricoltura e' essenziale per sfamare l'intero pianeta. Minore produzione agricola vuol dire, in talune regioni e/o nazioni, carestia e fame, come succede spesso nella fascia sub sahariana africana, in eritrea, somalia, etiopia, dove minore pioggia vuol dire molto spesso carestia e morte.
Il clima ha un impatto evidente sullo sviluppo industriale. Vi sono aziende la cui produzione e prosperità dipendono molto dal clima; Le aziende di produzione di energia, quelle di controllo, regolazione  e produzione di calore e/o freddo. Per non parlare dello sviluppo economico ed industriale di intere regioni quali l'alaska, la siberia, la groenlandia, dove intere regioni prima ricoperte dai ghiacci, da migliaia di anni, non lo sono piu'.
Anche la produzione di combustibili fossili e' dipendente dal clima. Pensiamo alla siberia, alla groenlandia stessa, all'artico ed alla possibilità di esplorare queste immense regioni per cercare ed estrarre idrocarburi o gas metano. 
Il commercio stesso del nostro pianeta e' dipendente dal clima. Da qualche anno, nei periodi piu' caldi dell'anno, vengono aperte vie commerciali nell'artico che da sempre erano chiuse alla navigazione. Alcune tratti di mare (artico- alaska-mare di bering-antartico- mare del nord- fiordi) in alcuni periodi dell'anno vengono chiusi alla navigazione per la presenze di ghiaccio o iceberg.
In sostanza il clima può accellerare o rallentare lo sviluppo di interi cicli economici, di intere regioni del nostro pianeta, sfavorendone alcuni e favorendone altri.

giovedì 11 gennaio 2018

I cambiamenti climatici sono reali?

Si parla molto di cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale. Ma c'e' il riscaldamento globale? E i cambiamenti climatici sono effettivi? La narrazione ci dice che l'effetto serra, derivante dall'inquinamento causato dall'uomo, e' causa del riscaldamento globale. Ed il riscaldamento globale e' causa dei cambiamenti climatici. Ma e' vero? Rispondere, a mio avviso, in modo serio, e' impossibile. E chi lo fa con leggerezza fa solo disinformazione. E' indubbio che l'uomo stia emettendo rilevanti quantità di anidride carbonica nell'atmosfera. E l'aumento di anidride carbonica causerebbe il famoso effetto serra. Ma tutti sappiamo che l'anidride carbonica e' cibo per le piante, che se ne nutrono tramite la sintesi clorofilliana. Senza anidride carbonica le piante non esisterebbero. Nel corso dei secoli, grandi sconvolgimenti climatici sono stati causati piu' che altro da eruzioni vulcaniche e dall'attività solare. Periodi di mini glaciazioni o periodi di riscaldamento si sono succeduti nel corso dei millenni. Nel 1800 l'eplosione del krakatoa, in indonesia, causo una mini glaciazione in tutto il pianeta, le ceneri vulcaniche emesse da quell'esplosione, causo' una mini glaciazione a livello globale; tali ceneri oscurarono per anni il passaggio dei raggi solari, che non riuscivano a riscaldare la terra. In europa ci fu una immensa carestia, i raccolti di grano andarono perduti per anni, milioni di persone morirono di fame, si salvarono quelle popolazioni che si sfamavano con le patate e non con il grano. E pur vero che il ghiaccio artico si sta ritirando, ma rilevazioni satellitari ci dicono che il ghiaccio antartico sta aumentando. In questi giorni vediamo ondate di gelo e di neve in europa e negli stati uniti come non si vedevano da anni. E allora? E indubbio che l'attività dell'uomo incida sull'ambiante circostante. Il buco dell'ozono presente sull'antartide dopo anni di ampliamento sembra si stia richiudendo, forse effetto dell'eliminazione dei clorofluorocarburi dalle bombolette spray. Ma da questo affermare che i cambiamenti climatici, semmai esistano, sono causati dall'uomo, e' perlomeno azzardato. Il nostro stupendo pianeta ha capacità di termoregolazione che agiscono su scala talmente ampia che e' impossibile affermare con certezza che le attività dell'uomo possano cambiarle ed indurre un effetto di riscaldamento globale. L'eruzione di un vulcano probabilmente agisce in modo molto piu' intenso che le attività stesse dell'uomo

venerdì 2 giugno 2017

Accordo di Parigi sul clima



Nel dicembre del 2015 oltre 190 Paesi hanno raggiunto, dopo lunghissimi negoziati durati più di dieci anni un accordo sul clima. Alla ventunesima Conferenza delle parti di Parigi, il vertice Onu sui cambiamenti climatici, gli Stati Uniti avevano indicato la direzione. Adesso quello stesso Paese, ma sotto la guida di un'altra amministrazione, ora guidata da Donald Trump, ha deciso di abbandonare l'accordo.

Base portante è l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, con l'impegno a limitare l'aumento di temperatura a 1,5 gradi. Gli altri punti principali:

  • raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il prima possibile per iniziare con riduzioni continue fino a trovare un equilibrio tra emissioni e tagli per la seconda metà del secolo;
  • tutti i Paesi hanno comunicato gli impegni a livello nazionale, dovendo prevedere revisioni migliorative a cadenze regolari (ogni cinque anni);
  • i fondi destinati ai Paesi più esposti e vulnerabili ai cambiamenti climatici e che sono, in un certo senso, incapaci di adeguarsi.


C'è poi la parte dedicata alle risorse finanziarie per aiutare i Paesi in Via di Sviluppo: l'obiettivo è creare un fondo da 100 miliardi di dollari l'anno fino al 2020, con l'impegno ad aumentare di volta in volta i fondi per l'adattamento e la cooperazione internazionale. Inoltre, c'è il tema della trasparenza e flessibilità per fare in modo che ognuno possa contribuire in base alle proprie capacità.

Gli Stati Uniti sono responsabili da soli delle emissioni di circa il 25% delle emissioni di CO2 del pianeta, essendo i piu' grandi utilizzatori di petrolio e carbone.

Vi sono tesi discordanti sulla necessità di ridurre le emissioni di CO2, da parte del mondo scientifico e come eventualmente farlo. E' indubbio che l'anidride Carbonica (CO2) e' essenziale per la vita sul pianeta, Le piante se ne cibano continuamente, anche le alghe, emettendo continuamente ossigeno, Senza CO2, il mondo vegetale morirebbe e con esso il mondo animale. C'e' poi da valutare quando incidono sul volume di C02 le emissioni dei vulcani in eruzione, che sono molto elevate.

C'e' poi la questione dello strato di Ozono, che protegge il pianeta e pertanto la vita, dai micidiali raggi ultravioletti. E' notorio che il gas metano e' il piu' grande distruttore di ozono. E' probabile che le emissioni di gas metano, molto rilevanti in natura soprattutto quando c'e' scioglimento del permafrost, che ne contiene grandi quantità, siano molto più pericolose e pertanto nocive, in prospettiva che non le emissioni di CO2. Poi c'e' la materia controversa e questa molto pericoloso, dell'inquinamento degli oceani, causati da idrocarburi e plastiche. Cio' non permette alle alghe ed al fitoplancton di cibarsi di anidride carbonica ed emettere ossigeno, e' questo su scala globale e' un vero problema. In sostanza bisognerebbe rinunciare, nel tempo, ai combustibili fossili, soprattutto petrolio e utilizzare molto di piu' le rinnovabili, per produrre l'energia necessaria a sostentare il genere umano. Ma cio' non e' ben visto dalle lobby petrolifere, che sono molto influenti a livello globale.

sabato 18 giugno 2011

Eruzioni vulcaniche ed effetti sul clima.

In questi giorni si e' riaccesa la discussione tra gli scienziati ed i climatologi sugli effetti delle eruzioni vulcaniche sul clima. In effetti quasi contemporaneamente, tre vulcani hanno cominciato ad eruttare in tre regioni diverse del globo, in Cile, in Islanda e nel corno d'africa. In Cile il vulcano Puyehue si e' risvegliato dopo piu' di 150 anni ed ha immesso nell'atmosfera migliaia di tonnellate di cenere e detriti che hanno raggiunto addirittura l'australia.
E' indubbio che tali fenomeni abbiamo un effetto perlomeno nel breve termine immediato sul clima, lo confermano i racconti storici delle altre eruzioni.
In pochi mesi le eruzioni vulcaniche possono abbassare le temperature atmosferiche dell’intero pianeta, scatenando siccità od inondazioni e memorabili ondate di freddo.
Sembra che a più intensa eruzione vulcanica degli ultimi mille anni si è verificata nel 1815, quando esplose il vulcano Tambora, in Indonesia.
Gli anni seguenti furono segnati dalle carestie. Il 1816 sarà ricordato come “l’anno senza estate” nell’emisfero settentrionale, perchè nei mesi estivi sia in Europa che nell’America del nord si verificarono continue alluvioni e le temperature furono così basse e le precipitazioni talmente abbondanti, che in vaste zone il grano non maturà causando gravi carestie, specialmente in francia, in spagna ed in Italia, in cui l'alimentazione principale deriva dal frumento e dai cereali. Un po' meno in germania che facevano meno uso di frumento ma piu' uso di patate.
Consideriamo ora alcuni dati climatici. Esiste una serie storica di dati meteorologici di Udine che comprende anche quell’anno.
Nel periodo che va dal 1803 al 1842, proprio l’estate del 1816 fu la più piovosa: nei mesi di giungo, luglio ed agosto caddero 777,6 mm di pioggia, mentre la media per quei tre mesi prevede un totale di 465 mm. Non solo, il 1816 nel complesso fu il terzo anno per ammontare di precipitazioni. Ovviamente l’estate fu eccezionale anche dal punto di vista termico, essendo la più fredda del periodo con una temperatura inferiore di 1,7 c° rispetto alla media climatica.
Questi dati trovano conferma, come già abbiamo riportato, in molte località dell’Europa e dell’America settentrionale.
Conosciamo gli effetti anche di un’altra grande eruzione. Nel 1783 il Laki, un vulcano islandese, eruttò per ben 8 mesi.
Nel complesso l’eruzione non raggiunse i livelli del Tambora, ma fu geograficamente molto più vicina all’Italia rispetto al vulcano indonesiano e gli effetti non si fecero attendere. L’inverno del 1784 fu tremendo, uno dei più duri che si ricordino in Europa.
Torniamo ai dati di Udine, che non lasciano dubbi sull’impatto dell’eruzione.
Su 171 anni presi in considerazione, il 1784 risulta nettamente il più nevoso, caddero ben 166,4 centimetri di neve.
Non solo, ma sempre per quantita' di neve caduta, troviamo il 1785 al terzo posto, il 1786 all’ottavo posto, il 1787 all’undicesimo posto ed il 1789 al tredicesimo posto. Ben cinque anni fra i sei anni che vanno dal 1784 al 1789 sono fra i primi tredici anni della serie, la firma del vulcano è inequivocabile, come inequivocabile è la testimonianza del famoso scienziato Benjamin Franklin che in quel periodo si trovava a Parigi e descrisse la permanente presenza di una nebbia scura, differente dalla tipica e normale nebbia umida che scompare sotto i raggi del sole: questa era secca e non veniva dissipata dalla luce solare.

Eruzione del Krakatoa

L'eruzione del 1883 del Krakatoa espulse più di 5 miglia cubiche (circa 21 chilometri cubi)di roccia, cenere e pietra pomice, generando un boato tra i più forti mai registrati da essere umano - l'esplosione del cataclisma fu distintamente ascoltata fino ad Alice Springs in Australia, e a Rodriguez vicino all'isola Mauritius, e il riverbero delle onde atmosferiche fu avvertito in tutto il mondo. 165 villaggi furono devastati, 36.000 persone morirono e molte migliaia di persone furono ferite dall'eruzione, di cui gran parte a causa dello tsunami che seguì la tremenda esplosione.
L'eruzione del 1883 distrusse i due terzi del territorio che allora era l'isola di Krakatoa. Nuove eruzioni del vulcano, dal 1927, hanno fatto emergere una nuova isola, detta Anak Krakatau (figlio di Krakatoa).
L'ultima di queste eruzioni aprì delle fessure nella roccia del vulcano, ed in questo modo l'acqua del mare si riversò nella camera magmatica. L'esplosione risultante del vapore surriscaldato distrusse gran parte dell'isola. Il suono dell'esplosione fu avvertito finanche in Australia, lontana 3500 km (2200 miglia), e nell'isola di Rodriguez vicino a Mauritius, lontana 4800 km (3000 miglia). Fu il suono più forte registrato nella storia: tale primato è però conteso dal suono generato dall'eruzione del monte Tambora nel 1815, sempre nell'arcipelago indonesiano.


Krakatoa prima e dopo l'esplosione
Benché sembri che nessuno sia stato ucciso dall'esplosione iniziale, lo tsunami generato provocò effetti disastrosi, uccidendo circa 36.000 persone, ed eliminando diversi villaggi, tra cui Telok Batong a Sumatra, e Sirik e Semarang nell'isola di Giava. Circa altre 1.000 persone morirono per gli effetti dei fumi vulcanici e della cenere. Navi lontane, nel Sudafrica, si rivoltarono quando lo tsunami le colpì, e i corpi delle vittime furono trovati nell'oceano per settimane dopo il tragico evento. Ci sono numerosi rapporti che documentano la presenza di gruppi di scheletri umani vaganti alla deriva per l'oceano indiano su zattere di pomice vulcanica, e finiti sulle coste orientali dell'Africa fino a un anno dopo l'eruzione.
L'eruzione del 1883 fu tra le più dannose esplosioni vulcaniche nell'era moderna, classificata con VEI pari a 6, equivalente a 200 megatoni (200 milioni di tonnellate di TNT) - per fare un paragone, la bomba più grande mai costruita dall'uomo, la bomba zar, ha una potenza di 50 megatoni. Le onde d'aria generate dall'esplosione "viaggiarono" sette volte intorno al mondo, e il cielo si scurì per i giorni successivi. L'isola di Rakata quasi cessò di esistere, dal momento che oltre due terzi della superficie fu polverizzata, e il fondo dell'oceano che la circondava fu drasticamente alterato. Due isole vicine, Verlaten e Lang, incrementarono la loro superficie. La cenere vulcanica continua a costituire una parte significativa della composizione geologica di queste isole.

martedì 31 maggio 2011

Anidride Carbonica ed Effetto Serra

Vi un e' un grosso dibattito nella comunita' scientifica internazionale.
L'aumento dell'anidride carbonica ed il conseguente effetto serra sta cambiando il clima del pianeta?

Non vi sono risposte definitive a queste ipotesi, anche se quasi tutti i paesi stanno adottando politiche energetiche atte a diminuire l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera.
Ma bisogna considerare che non vi e' solo l'anidride carbonica a causare l'effetto serra. L'emissione di metano ha conseguenze addirittura maggiori rispetto alle emissioni di CO2.
E lo strato di permafrost in siberia e canada e' pieno di gas metano.
E che dire dell'influenza del sole e delle macchie solari sul riscaldamento dell'atmosfera.
E qual'e l'influenza degli oceani che sono notoriamente assorbitori di anidride carbonica e delle foreste che tramite la funzione clorofilliana trasformano la CO2 in Ossigeno?
E' qual'e' la reale influenza dei vulcani terrestri? A metà dell'800 l'eruzione del Krakatoa, in indonesia, causo' una miniglaciazione che duro' 2 anni in tutto il globo.
L'atmosfera terrestre e' un sistema talmente complesso che non e' facile fare previsioni, le variabili e le forze in gioco sono talmente grandi che l'influenza dell'uomo potrebbe essere ancora del tutto irrisoria.

mercoledì 18 agosto 2010

Dipendiamo dal clima

Il clima influenza tutte le attività dell'uomo. Dal clima dipendono i raccolti, la qualità dell'acqua e la siccità, la qualità dell'aria, il nostro umore, la vita di tutti giorni, le ferie, la salute, i viaggi ed i mezzi di trasporto, la vita degli animali e delle piante.